La società del furgone non garantisce nulla, tranne la possibilità di scappare. Si mette tutto nel furgone, i resti del fallimento, la cassetta degli arnesi, qualche vestito e si riparte per un altro posto, un’altra isola, un’altra città dove si ricomincia tutto da capo: a lavorare, a fare l’amore, a dire di avere amici.
Niente come la fantasia aiuta a vedere la realtà.
Io non curo, io mi prendo cura. Il guaritore è quello che ognuno ha dentro di sé.
Curarsi non vuol dire ingoiare una pillola ogni sei ore. Vuol dire purificare la propria mente e usarla per sostenere il processo di guarigione, può voler dire fare il bagno in un fiume sacro, andare in pellegrinaggio, partecipare a certi riti, recitare certi mantra. Curarsi vuol dire orientarsi verso un giusto stile di vita. La cosa importante è prevenire le malattie vivendo una vita in cui il corpo è in armonia e la mente è in pace.
La persona è sana quando è in stato di swasta, quando tutti gli elementi vitali, il fuoco e le funzioni sono in equilibrio; quando le escrezioni sono regolari; quando la mente, i sensi e l’anima sono tranquilli.
Swasta significa armonia, stabilità nella realizzazione del Sé.
Solo la conoscenza del Sé risolve tutti i nostri problemi.
Un uomo se è determinato può fermare una tigre e mungerla.
Il guru è importante, esprime a parole quel che tu senti come vero dentro di te. Ma una volta che hai fatto l’esperienza diretta di quella Verità non hai più bisogno di lui. Il guru ti indica la luna, ma guai a confondere il suo dito con la luna. Il guru ti fa vedere la strada, ma quella la devi percorrere tu. Da solo.